ipostudio
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La casa d’accoglienza è destinata a ragazzi e bambini in età scolastica con forte disabilità, che sono accolti nella residenza speciale per periodi che possono variare da pochi mesi a periodi molto lunghi, nel caso di ragazzi senza famiglia.
Il vincolo della scarsa superficie edificabile ha inciso fortemente sulle scelte progettuali. L’area a disposizione, risultato della demolizione di un edificio preesistente, è costretta tra la scuola adiacente e il bosco.
L’edificio è organizzato seguendo uno schema “a pettine”, dove la spina centrale su cui si attestano due corpi di fabbrica ad H è ad un solo piano e costituisce l’asse normale alla strada di accesso all’area della scuola.
I nuclei di residenza sono collocati nei corpi di fabbrica ad H sviluppati per tre piani, mentre i servizi generali e quelli comuni, nonché gli uffici amministrativi, sono collocati al piano terra nella spina centrale. Il nucleo centrale del corpo di fabbrica ad H é costituito, per ogni piano, da una zona destinata alle attività di relazione e di soggiorno del nucleo residenziale. A destra e a sinistra di questa zona sono collocate le piccole camere singole per i ragazzi e da alcune per i tutori.
La caratterizzazione di questi nuclei è che, pur avendo la stessa superficie, essa può essere modificata in modo flessibile per soddisfare le necessità specifiche e per creare una propria identità e riconoscibilità.
Questa “casa collettiva”, proprio per la sua natura di edificio destinato ad accogliere ragazzi in difficoltà, si presenta volutamente con un linguaggio semplice e chiaro: un rapporto elementare tra corpo basso e volumi alti, una relazione elementare tra connessioni orizzontali e verticali, una facilità di fruizione interna e una chiarezza del ruolo degli spazi, una distinzione chiara tra zone comunitarie e private, il tutto contrassegnato da soluzioni tecniche costruttive e di materiali la cui scelta consegue a questa semplicità.
Potremmo quasi definire questo edificio “povero”. L’unica concessione è affidata al contrasto tra l’uso del mattone della tradizione fiamminga, per il corpo basso, e dell’intonaco a cappotto, per i corpi alti. La facciata è sottolineata da una serie di bow-window disposti con apparente casualità.